Quando è tutto oro quello che luccica…

Il mio viaggio in Giappone comincia ancor prima che lo facessi davvero. Comincia all’età di circa 12/13 anni quando tramite gli anime ho scoperto questo mondo così diverso dal nostro, così diverso da qualunque altro in effetti.

Mi sono sempre detta “Un giorno andrò in Giappone” e quel giorno è finalmente arrivato qualche settimana fa. Sono un’adulta ormai per cui le aspettative con le quali son partita erano semplicemente quelle di una turista che voleva vedere finalmente con i propri occhi qualcosa di davvero diverso da quello che ha sempre visto e vissuto, niente che avesse dunque a che vedere con anime e manga.

Nonostante abbia 29 anni, essendo una donna, ero molto restia all’inizio ad intraprendere questo viaggio da sola. Mi assalivano mille preoccupazioni, lecite ad una donna. Tuttavia, leggendo diversi pagine (tra cui questa) non facevo che trovare commenti positivi che raccontavano di un paese gentile e disposto ad aiutare, ma soprattutto di un paese SICURO. Dopo aver vissuto la mia esperienza di 10 giorni lì posso dire che mai niente è stato più vero.
Premetto che, una volta arrivata lì, avevo dei punti di riferimento. Due amici giapponesi straordinari conosciuti anni fa tramite il sito Friendsinjapan.com con i quali ho stretto una bellissima amicizia. La mia amica Mari, che mi ha aperto le porte di casa sua per tutto il periodo del mio viaggio nell’area del Kansai e dintorni ed il mio caro amico Ryoji, una guida formidabile ed un’inesauribile fonte d’informazioni. Testimonianze reali di un popolo magnifico, discreto ma sempre pronto ed attento a dare una mano, un’indicazione o anche un semplice sorriso rassicurante allo straniero confuso e spaesato. Un popolo onesto e cordiale, certo non perfetto, ma dal quale si può imparare tanto.

Il mio itinerario prevedeva diverse tappe: Osaka, Hiroshima, Miyajima, Okayama, Kurashiki, Ise, Asuka, Kyoto, Koyasan, Sakurai, Nara.
Sicuramente non è stato un viaggio rilassante dal punto di vista “fisico”. Trovandomi oltretutto a Toyonaka (a 30 minuti di treno circa da Osaka) la mattina mi alzavo sempre in media alle 6:30 per far si che potessi cominciare la giornata il prima possibile.

Tempio Hasedera – Kyoto

Il 26 Marzo 2014 sono partita da Catania. Dopo circa 14 ore (tra scalo a Roma e volo in se) sono giunta al Kansai International Airport di Osaka. Lì ho speso almeno 2 ore per sbrigare tutte cose fondamentali quali: ritiro all’ufficio postale della mia Sim B-mobile (2 settimane di traffico internet per navigare ed effettuare voip calls), scambiare denaro (consiglio Mizuho Bank al primo piano con bassissimi interessi) ed infine scambiare il mio Sanyo Pass. Per quest’ultimo procedimento consiglio vivamente a chi ha richiesto un pass di effettuare questo passaggio prima di ogni altra cosa. Io l’ho fatto per ultimo e me ne sono pentita amaramente. Dopo 14 ore di volo, il fuso che cominciava a mostrare i suoi primi segnali ed 1 ora già spesa dentro l’aeroporto tra dogana e ritiro documenti vari, trovare una fila che usciva dalla porta non è stato un belvedere!
Dopo circa 2 ore ce l’avevo fatta! All’uscita mi sono diretta da un addetto della biglietteria ed ho fatto un biglietto andata e ritorno da/per l’aeroporto. Così ho preso il Bus limousine che mi ha portato al luogo dell’incontro con Mari.
Una volta arrivate a casa lei è tornata a lavoro mentre io ho cominciato a sistemare un po’ le mie cose. Gli appartamenti giapponesi sono molto piccoli e compatti ma molto graziosi. Mi sono fatta una bella doccia, ho chiamato casa, riletto un po’ il mio programma dell’indomani. La sera non sono riuscita a cenare, il jet lag mi aveva scombussolato parecchio, per cui sono andata dritta a dormire, anche se alla fine quella notte non ho proprio chiuso occhio…

27 Marzo 2014: mi sono alzata intorno alle 7:00, Mari mi ha spiegato un po’ come fossero organizzati metro e treni, fermate a cui scendere, ecc… e mi ha accompagnato alla stazione dove ho preso il treno, puntualissimo ovviamente, che mi ha portato ad Umeda. Da lì, con 5 minuti di camminata, si raggiunge la stazione di Osaka. Avevo appuntamento con Ryoji, che però, vivendo nella prefettura di Mie, era ancora in viaggio per raggiungermi, per cui ho speso le mie 2 orette di attesa girovagando per la stazione cercando di prendere familiarità un po’ con tutto. Una piccola delusione è arrivata al momento di chiedere informazioni al Tourist Center in cui nessuna delle addette parlava inglese, “just a little” è stata la loro risposta. La cosa mi ha parecchio infastidito in quanto, trattandosi di un centro di info per turisti che supporto puoi mai dare non parlando inglese? Vabé, pazienza, non c’era nulla che potessi fare a riguardo. Una volta arrivato il mio amico, abbiamo cominciato a girare un po’ ad Osaka. Prima siamo andati a vedere il tempio Shitennouji

Shitennoji – Osaka

Non siamo potuti entrare ma era tutto molto bello. Si respirava un’aria così tranquilla. Si riusciva a sentire solo il fruscio degli alberi, il cinguettio degli uccellini ed il canto di un monaco ritirato in preghiera. Poi siamo andati alla volta del Castello di Osaka. Una tale e meraviglia e magnificenza che solo una foto può descrivere…Una cosa spettacolare.

Castello di Osaka

Al suo interno sono custoditi documenti vari, antichi uniformi e manoscritti. Non è possibile fotografare ma indubbiamente una visita è d’obbligo. Fuori dal castello un artista suonava una specie di mandolino (non ricordo il nome) e della gente ballava per strada sulle sue note. Nel tardo pomeriggio sono rientrata a casa.

28 Marzo 2014: dedicato alla visita di Hiroshima e Miyajima. Avendo il Sanyo pass di 4 giorni, avevo la possibilità di salire senza nessun limite sull’Osaka Loop Line, treni JR e Shinkansen, compresi quelli di ultima generazione quali Nozomi e Mizuho. Per cui salendo su uno di questi, in circa 90 minuti sono arrivata alla stazione di Hiroshima.
Proprio di fronte si trova la stazione dei tram che con la linea Rossa, la numero 2, scendendo alla 10° fermata, Genbaku Dome Mae in 16 minuti, porta proprio di fronte al Parco della Memoria.
È davvero strana l’aria che si respira in quel luogo. Si avverte tanta pace ma anche tanta desolazione. Sicuramente questa nello specifico non è una meta gioiosa ma è un luogo carico di significato. La città è comunque moderna e davvero molto bella. In questa foto viene mostrata l’eterna fiamma che si dice verrà spenta solo quando tutti i paesi avranno rinunciato al nucleare.

Parco della Pace -Hiroshima

La statua eretta in nome di Sadako, morta di leucemia a causa delle radiazioni, fa venire un colpo al cuore. Tutto intorno i bambini hanno legato delle gru colorate, in onore suo. Potete leggere la sua storia legata alle gru ovunque sul web.
Poi mi sono diretta al Museo della Pace. Il magone mi ha accompagnato per tutto il tempo in cui sono stata la dentro. Immagini, video…Tutto testimonia ciò che è successo, per non dimenticare…

Dopo aver trascorso gran parte della mattinata ad Hiroshima ho ripreso la linea 2 del tram che in circa 50 minuti mi ha portato a Hiroden-Miyajimaguchi, la fermata di fronte ai traghetti. Sul tram sono stata piacevolmente sorpresa da un settantenne giapponese che ha attaccato bottone in un perfetto inglese e mi ha dato gentilmente delle indicazioni senza che nemmeno gliele chiedessi. Altro esempio lampante della cordialità e disponibilità di questo fantastico popolo.
Una volta scesa in pochi minuti a piedi ho raggiunto il porto da cui partono diversi traghetti. Io ho preso il JR (compreso nel Sanyo Pass). In 5 minuti sono approdata sull’isola ed indubbiamente lo spettacolo era strabiliante…

Miyajima

La giornata era molto calda ed assolata e si respirava una piacevole brezza marina. Nonostante fosse completamente assalita da turisti c’era quiete. Lungo la strada parallela al lungomare ci sono tantissimi stand di mercatini che vendono souvenir e cibi buonissimi. Io ho provato uno spiedino di carne favoloso! Ho speso gran parte del pomeriggio a camminare sul lungomare sino ad arrivare proprio sotto il Torii.
Per chi volesse vederlo fuori e dentro l’acqua consiglio di visitare il sito ufficiale di Miyajima nel quale è possibile controllare gli orari previsti di bassa ed alta marea. Nonostante ci tenessi tantissimo a vederlo immerso nell’acqua non sono riuscita nell’intento ma ho apprezzato comunque lo spettacolo a cui ho assistito. Da lontano non è minimamente percepibile la maestosità di questo Torii. Sulla spiaggia poi ci sono tantissime monetine, che la gente incastra sulle colonne ma che poi vengono rilasciate nell’acqua quando la marea si alza. Nel tardo pomeriggio ho ripreso il traghetto per tornare a casa.

29 Marzo 2014: Okayama e Kurashiki. Okayama è raggiungibile in circa 70/80 minuti sempre prendendo lo shinkansen ma scendendo qualche fermata prima di Hiroshima, trovandosi sempre sulla stessa linea. Prendendo l’uscita sud si arriva proprio di fronte alla stazione Okayama Ekimae da cui partono i tram. Basta salire su quello che va in direzione Higashiyama e scendere alla 3° fermata, Shiroshita Station. Da lì basta seguire le indicazioni per il castello di Okayama ed in breve tempo si può osservare uno spettacolo del genere.

Castello di Okayama

Il suo colore scuro lo rende fortemente affascinante. Tutto intorno c’è un giardino nel quale ci si può rilassare vedendolo da molto vicino.
Uscita dal castello è possibile raggiungere senza problemi Okayama Korakuen, un giardino immenso, un paradiso fatto di alberi di tutti i tipi e lagune con tantissime carpe. Lì ho avuto la fortuna di poter fotografare due giovani sposi in abiti tradizionali con il castello sullo sfondo. Uno dei miei migliori scatti!

Sposi ad Okayama

Dopo aver mangiato una cosa al volo, degli stuzzichini di pollo fritti (una goduria) sono tornata alla stazione di Okayama dove, con un treno JR ho potuto raggiungere Kurashiki, un antico paesino di mercanti. Il tempo qui si è fermato. Le loro antiche casette, in perfette condizioni, adesso negozi e ristoranti, sono situate tutto lungo un canale in un quartiere chiamato Bikan Area, raggiungibile a piedi in circa 10-15 minuti dalla stazione. Un posto da visitare per tutti gli amanti del Giappone tradizionale.

30 Marzo 2014: Ise. Questa cittadina si trova nella prefettura di Mie. È raggiungibile prendendo i treni Kintetsu e scendendo alla stazione di Iseshi. Da Osaka ci vuole circa 1:30h. Sul sito ufficiale, disponibile anche in inglese, è possibile consultare i trasporti per poterlo raggiungere. Ryoji mi aveva fatto una gran pubblicità su questo posto ma onestamente la fama non è poi, a mio personalissimo parere, così tanto meritata. Il santuario si trova all’interno di un parco con alberi secolari altissimi, lagune e ruscelli. Un posto incantevole, ma il santuario di per sé non l’ho trovato così strabiliante da fare tutta quella strada (considerando anche il ritorno). Soprattutto perché, essendo di proprietà imperiale nessuno vi può accedere al suo interno, lo si può solo vedere dall’esterno e nemmeno fotografare, solo da fuori.
Ciò che però ha assolutamente valorizzato la giornata è stato Okage Yokocho, un mercato attraverso il quale siamo passati prima di raggiungere il santuario. Piccole viuzze incorniciate in case tradizionali che ospitavano negozi e ristorantini di vario genere, dove ho avuto anche la possibilità di assistere alla performance di 4 artisti che si sono esibiti suonando strumenti tradizionali quali flauti e tamburi. Uno spettacolo meraviglioso!
A pranzo ci siamo fermati in un ristorante tipico e molto famoso nella zona per il suo Ramen. Riesco ancora a ricordare il sapore….. ha assolutamente ed ampiamente soddisfatto il mio stomaco e le mie aspettative!

Ramen a Ise

31 Marzo 2014: Asuka (pronunciata Aska). È raggiungibile prendendo la Kintetsu line e scendendo all’omonima stazione. Tutto il percorso richiede circa 70 minuti da Osaka.
Su internet è possibile scaricare diversi percorsi consigliati da fare proprio partendo dalla stazione di diverse durate. La mia prima visita è stata dedicata a Takamatsuzuka Tumulus, antichissime tombe di imperatori.
Onestamente niente di particolarmente entusiasmante…Poi mi sono diretta al Tachibanadera, un luogo incantevole. Il tempio è circondato da alberi di ciliegio e diversi santuari e come in ogni luogo del Giappone, l’unico suono che si percepiva era il leggero fruscio degli alberi di ciliegio che poco a poco rilasciavano i loro petali rosa. Dopo mi sono diretta ad Okadera. Questo Tempio e tutto il luogo in cui sorge è in assoluto uno dei posti che più mi rimarrà impresso.

Okadera

Tutto intorno ci sono diversi piccoli sentieri in cui mi sono ripetutamente persa e ritrovata con Ryoji. Ricordo ancora come ieri il profumo di fiori ed incenso che si respirava tutto intorno….un luogo indimenticabile…per me, il vero Giappone.
Dopo siamo andati a mangiare sushi, quello vero, in un piccolo ristorantino lì vicino chiamato “Hyakuzushi”.
Finalmente ho potuto constatare la differenza tra il sushi in Italia e quello in Giappone…due mondi a parte…Poi ci siamo diretti al tempio di Asukadera. Un tempio minuscolo ma meritevole di una visita solo per la statua di Shaka (antico Buddha) di 4,80 mt., la più antica rappresentazione di Buddha esistente. Per concludere ci siamo spostati a visitare il Santuario “Asuka ni Imasu”
Dopo aver salito una scalinata abbiamo raggiunto questo santuario scintoista dove ho assistito a parecchie persone che dirette verso uno dei 4 punti cardinali faceva la sua preghiera.
Nel tardo pomeriggio ho lasciato la bellissima Asuka e con un Kintetsu mi sono spostata a Kyoto dove ho raggiunto la mia amica Mari e sua madre che non vedeva l’ora di conoscere questa amica italiana! Lì ho soggiornato nel tempio Ninnaji. Le camere ovviamente in tatami con i futon disposti per terra.

Ninnaji

Non vedevo l’ora di provarli, sono comodissimi!
Qui ho provato la tipica cena tradizionale di una bontà indescrivibile.
Una volta finito di mangiare abbiamo fatto un salto a vedere il Nijo Castle che, insieme al Kyomizudera, rimane aperto fino alle 21:30. Purtroppo non era ben illuminato (cosa non ideale per le foto) ma c’erano dei giochi di luce molto belli ed un’atmosfera romantica.

Castello Nijo – Kyoto

Non appena rientrati ho provato l’esperienza del bagno pubblico! Ne conoscevo l’esistenza ma diciamo che non mi aspettavo di viverla proprio quel giorno. Comunque un’esperienza da provare direi. Il bagno poi nella vasca gigante con acqua a quasi 40° prima di andare a letto è stato un toccasana.

1 Aprile 2014: La mattina seguente abbiamo girovagato per Kyoto con l’utilizzo del pass “All you can ride” che si può fare in stazione e, al costo di 500 Yen, consente di salire su tutti i bus senza limiti di corse. Così siamo andati prima a vedere il tempio Tenryuji, bello e maestoso, immerso nella natura. A seguire la famosa foresta di bambù a Saga Arashiyama. Meravigliosa… Soprattutto con il sole che filtra tra gli alti arbusti…
Successivamente è stata la volta del famoso Kinkaku-ji, il Padiglione d’Oro. Una magnificenza e bellezza poco descrivibile a parole.

Kinkakuji – Kyoto

Non è possibile visitarlo all’interno ma è comunque meritevole di una visita! Poi ci siamo spostati al Ryoanji con il suo stupendo giardino zen di pietra. L’interno è meraviglioso, con le sue pareti e porte di carta raffiguranti fiori, ruscelli che raccontano storie. Poi ci siamo diretti alla visita di Ninnaji (il tempio in cui avevo soggiornato ma che essendo di notte, non ho potuto visitare). Un perfetto equilibrio tra architettura tradizionale e natura.
Purtroppo nonostante ci fosse ancora tempo, Mari era stanca e siamo dovuti rientrare a Toyonaka.

2 Aprile 2014: Ho preso il mio treno JR e mi sono diretta nuovamente a Kyoto. Una volta arrivata alla stazione JR mi sono diretta nuovamente a quella dei bus e da lì alla stazione di Inari. Una volta scesa, in 5 minuti di passeggiata ho raggiunto il Fushimi Inari, con i suoi innumerevoli torii rossi.

Sentiero del Fushimi Inari – Kyoto

Purtroppo, come tanti, a metà percorso ero già stremata per cui, dopo un paio d’ore ed infiniti scatti, sono riscesa. Ho ripreso un bus che mi ha portato al Gingakuji, il tempio d’argento. Fama immeritatissima. D’argento non ha niente, è tutto bianco e niente di chè. Il giardino che lo circonda è molto bello ma onestamente avrei tanto voluto ascoltare i pareri di altri che dicevano che non valeva la pena. In effetti è così. Niente di spettacolare. Avrei preferito spendere il mio tempo altrove. Da lì parte il Percorso del Filosofo, un sentiero che segue un canale incorniciato da alberi di ciliegio. Purtroppo era parecchio affollato trattandosi dei primi giorni di Aprile ma è stata comunque una passeggiata rilassante anche se lunga. Alla fine del percorso mi sono diretta all’Eikan-do

Eikando

e poi dopo una lunghisssssima camminata sono giunta al Nazen-ji.

Non so come ma era già arrivato il pomeriggio ed ancora dovevo vedere tante cose. Sono salita su un bus e sono scesa a Gion. Avevo una voglia matta di vedere e fotografare una geisha ma purtroppo non ci sono riuscita. Camminando ho raggiunto il quartiere Pontocho. Stava già giungendo il tramonto e le lanterne fuori erano già accese. C’era un’atmosfera magica, mi sembrava di essere ferma ai tempi antichi delle maiko e dei samurai. Sono entrata in uno dei tanti ristorantini presenti nelle varie viuzze e mangiato un piatto di riso saltato con verdure. La stanchezza cominciava a farsi sentire, rimaneva ancora il Kyomizudera ma si era già fatto tardi, io ero a pezzi ed alla fine ho dovuto rinunciare… mettendolo però nella lista dei templi da visitare al prossimo viaggio in Giappone!

3 Aprile 2014: Koyasan! Finalmente! Il posto tanto atteso… alla stazione di Namba ho acquistato il biglietto “Koyasan World Heritage” al costo di circa 3200 Yen (circa 24 euro). Con questo pass potevo prendere il Limited Express (disponibile solo all’andata) che mi portava fino alla stazione di Gokurakubashi, e poi da lì la funivia che in 5 minuti mi ha portato alla stazione di Koyasan. Proprio di fronte è possibile prendere i bus (compresi nel pass) per spostarsi nelle varie zone. Mai è stato così semplice muoversi in Giappone come sul Monte Koya! Le linee dei bus si dividono in direzione Koyasan Station, direzione Okunion Mae e direzione Daimon. Seguendo la cartina che danno con l’acquisto del biglietto (ma scaricabile anche online) è facilissimo muoversi. La mia prima tappa è stata “Okunion”. Qui tra cedri altissimi e secolari sono disposte più di 200.000 tombe in pietra e mausolei di comandanti militari e loro famiglie o comunque di persone che hanno contribuito a rendere grande il loro paese. Ho camminato lungo tutto il sentiero, c’era tanta quiete. Essendo una meta non molto “turistica” c’era pochissima gente, cosa che ho molto apprezzato. Dopo questa lunga passeggiata ho raggiunto Okunion Gobyo, un mausoleo dove accanto scorre l’acqua cristallina del fiume Tama.

Okunion – Koyasan

A pochi minuti si raggiunge poi Tordo, il Tempio delle Lanterne. Al suo interno centinaia di lanterne donate dall’imperatore Shirakawa e da migliaia di devoti creano una luce fioca che dà vita ad un’atmosfera inspiegabile a parole. Purtroppo al suo interno non è possibile fotografare, ma di nascosto ho fatto un piccolo video perché ci tenevo troppo ad averne il ricordo! Uscita ristorata, mi sono incamminata alla ricerca della fermata bus più vicina. Prima della mia prossima meta mi sono soffermata in un ristorantino sulla strada dove ho provato i Tempura soba
Oddio…bollenti ma di una bontà! Non riuscivo a smettere di mangiarli!
Una volta saziato lo stomaco mi sono diretta al Kongobuji. Il Tempio è stupendo e, come in tutti i templi del Giappone, anche tutto ciò che lo circonda è assolutamente perfetto.
Da lì ho preso un altro bus (era possibile anche spostarsi a piedi visto che tutto si svolge lungo una strada ma non volevo sprecare minuti camminando viste le molteplici cose da vedere) e mi sono diretta al Danjo Garan un complesso enorme che comprende il Fukodo, la più antica struttura presente a Koyasan; Konpon Daito, una pagoda alta 48,5 mt. stupenda e maestosa ed infine Kondo.
Per concludere mi sono spostata e diretta a Daimon, l’entrata al complesso della montagna con i suoi 2 guardiani a proteggerla.

4 Aprile 2014: Ultimo giorno. La mattina mi sono alzata con una strana sensazione. Il mio viaggio stava volgendo al termine… La mattina è stata dedicata alla visita del Tempio di Hasedera, raggiungibile prendendo sempre la linea Kintetsu e scendendo all’omonima fermata. Da lì ho chiesto indicazioni all’addetto della biglietteria che gentilmente mi ha dato una mappa per poterlo raggiungere. Ho camminato per circa 10 minuti e alla fine eccomi arrivata. Ryoji mi ha raggiunto dopo qualche minuto.
Dopo aver fatto la stupenda scalinata in legno ho raggiunto il Tempio vero e proprio.
La terrazza a strapiombo sulla collina, ricorda molto il Kyomizudera (che purtroppo ho visto solo in foto -_- ) e la vista è stupenda.
Prima di spostarci in direzione Nara ci siamo fermati in un centro commerciale. Volevo provare a tutti i costi Yakisoba ed Okonomiyaki ed in questo posto c’erano diversi ristoranti famosi per questo. Ryoji sapeva il fatto suo…quel giorno mi sono strafogata!
Nel pomeriggio ci siamo diretti alla volta di Nara. La prima tappa è stato il famoso Horyuji, un complesso enorme, la più antica struttura in legno al mondo.
Da lì ci siamo spostati al Parco dei cervi. Potergli dare da mangiare e vederli inchinarsi per un pezzetto di cracker è uno spasso! Uno spettacolo non da tutti i giorni. Della serie che in Giappone anche i cervi s’inchinano!
Dopo una breve pausa in cui più volte sono stata molestata da diversi cervi ci siamo incamminati verso il Kofukuji.

Kofukuji

con la sua bellissima pagoda a 5 piani, la seconda più alta del Giappone. Per finire in bellezza, il Todaji. Enorme, stupendo, maestoso, con al suo interno la più grande statua (in bronzo) di Buddha dopo quella di Kamakura, 15 metri di pura ed intatta meraviglia. Si era già fatto tardi e l’indomani un aereo mi avrebbe riportato in Sicilia.

Sentimenti contrastanti mi hanno accompagnato quella notte. Voglia di tornare, voglia di rimanere e mollare tutto, voglia di mettere in pausa quei momenti per riviverli ancora e ancora. Avevo così tante cose ancora da vedere e così poco tempo… Non avevo visto gran parte di Kyoto, Tokyo, Nikko, Kamakura…Così mi sono fatta una promessa, la stessa che feci a me stessa tanti anni fa. La promessa di tornare e rivivere il mio eterno sogno da bambina. Vedere il mio amato Giappone con i miei occhi, perché in fondo è tutto oro quello che luccica.

Autore e foto

Giuliana La Ferla