Otoshidama: il Capodanno giapponese

L’Otoshidama (お年玉) è una delle occasioni per cui i genitori e parenti, o stretti amici di famiglia, danno la “paghetta” ai bambini e nipoti, nei primi 3 giorni dell’anno.

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Toshimasa Ishibashi, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Innanzitutto, in Giappone, a Capodanno, facciamo cose/eventi tradizionali per il nuovo anno:
– Mangiamo “Osechi-ryōri (おせち料理)” che sono dei cibi tradizionali tipici e significativi del Capodanno, e che vengono messi nei contenitori laccati chiamati “ Jūbako (重箱)”.
– Appena arrivato il nuovo anno, andiamo al tempio per fare la prima visita, detta “ Hatsumōde (初詣)”: di solito, durante la prima visita, si prega e si esprimono i propri desideri e i nuovi proposti alla divinità. Si acquista poi un nuovo “Omamori (お守り)”, un amuleto della fortuna, restituendo quello vecchio dell’anno scorso al tempio dove i monaci si occuperanno successivamente di bruciarlo. Inoltre, è abbastanza tradizionale fare gli “Omikuji (おみくじ)” che sono considerati delle predizioni (letteralmente può essere tradotta come “lotteria sacra”); un modo per conoscere cosa ci succederà nel futuro: un messaggio “divino” che ci indicherà se avremmo fortuna o sfortuna, indicandoci anche in quale settore della nostra vita come salute, lavoro, denaro e amore ecc
– Mangiamo “Ozōni (お雑煮)” o “Zenzai (ぜんざい)” e il “Kagami-mochi (鏡餅)”, che a partire dalla fine dell’anno viene messo in casa.
Nello Shintoismo esiste uno specifico specchio rotondo capace di attirare gli spiriti “Kami (神)”, tra cui esiste quello del nuovo anno chiamato “Toshigami-sama (歳神様)”. Siccome la forma di mochi assomiglia a quello specchio rotondo, da cui gli spiriti sono attratti, si cominciò a chiamarlo “Kagami-mochi”.
L’anima del Toshigami-sama ,comunque, è ospitata nei mochi durante questo periodo, e quando andrà via, verso l’11 Gennaio, il padrone di casa offre il mochi detto “Toshi-dama (toshi = anno, dama = anima)” ai suoi figli o servitori di questa famiglia. Si pensa che mangiandolo porti fortuna, salute e tanta felicità.

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Zenzai
Tomomarusan, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Kagami mochi by midorisyu

Kagami-mochi
midorisyu, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Come anticipato precedentemente, il terzo punto sarebbe la teoria molto più affidabile sul termine d’origine dell’Otoshidama; sebbene esistano varie ipotesi sul periodo più preciso della sua nascita, si sarà diffusa quest’abitudine tra il popolo, già nel periodo Edo (1603-1868), tra cui si poteva regalare anche delle merci o denari.
Questo potrebbe essere un motivo per cui si cominciò a chiamare “Otoshidama” per il fatto di regalarsi qualcosa a Capodanno (al nuovo anno).
Quest’abitudine si è tramandata poi durante il periodo Meiji (1868-1912), Taishō (1912-1926) e Shōwa (1926-1989), ma il fatto storico “Espressione Miracolo Economico Giapponese” ha probabilmente fatto si che l’Otoshidama sia diventato un regalo in denaro. Inoltre, le famiglie diventarono più numerose perciò diventava sempre più raro preparare il mochi in famiglia per offrirlo agli spiriti. Insomma, anziché di dedicare il proprio tempo a prepararlo si preferiva il denaro ed oggi si regalano dei soldi.

Decenza e buonsenso dell’Otoshidama

・Vietato dare l’Otoshidama ad un figlio/a del tuo superiore
Il senso originale dell’Otoshidama è quello di fare un regalo alle persone più giovani/”inferiori”, come dal padrone di casa ai figli o ai servitori della famiglia. Quindi, se prendiamo come esempio il figlio di un tuo superiore, sebbene sia un bambino, non si deve farlo poiché sembrerebbe un atteggiamento “scortese”. Tuttavia, se volessi fargli qualcosa allora sarebbero consigliati una gift card o dei giocattoli.
・Vietato darlo ai tuoi genitori
Come il punto precedente, viene considerato un atteggiamento scortese. Puoi fare, però, un regalo chiamato “Onenga (お年賀)” per il ringraziamento nei loro confronti; può essere regalato a tutte le persone che vuoi ringraziare.
・Consigliato preparare una banconota simil-nuova
Solitamente regaliamo l’Otoshidama al Capodanno, che è una giornata da festeggiare, e quindi viene detto che sia meglio preparare il denaro simil-nuovo come se avessi pensato ai bambini o nipoti a cui lo darai; tuttavia, oggi, sarà un pensiero meno considerato.

Bustina Pochi-bukuro (ポチ袋)

I bambini ricevono una busta fatta apposta per l’Otoshidama chiamata “Pochi-bukuro” o “Otoshidama-bukuro (お年玉袋)”.
In Giappone, originariamente, dare il denaro “non coperto” era un tabù, perciò veniva sempre utilizzato un foglio sottile, detto “Kaishi (懐紙)”, per un regalo di Capodanno.
Il termine del “Pochi-bukuro” deriva dal dialetto del Kansai “pochi (ポチ)”, ed è stato il periodo Meiji (1868-1912) durante il si cominciò ad usare questa bustina per dare il pensierino in denaro a chi faceva la Geisha (芸者): il termine “pochi”, infatti, vuol dire “puntino/poco” e si deriva dalla parola “Koreppochi (これっぽち)” = “pochi” in dialetto del Kansai (all’epoca c’era anche una moda di scambiarsi la propria busta personalizzata).
Dunque, in realtà, basterebbe metterci pochi soldi ma oggi si pensa alla quantità del denaro in base all’età, e ovviamente anche alla disponibilità economica di chi lo regala.

– Bambini piccoli (asilo): da 1000 a 3000 yen
– Bambini (Scuola elementare): da 2000 a 5000 yen
– Ragazzi (Scuola superiore): da 5000 a 10000 yen
– Ragazzi (Università / College): sui 10000 yen

Si evita di regalare somme che contengano i numeri porta sfortuna “Imikazu (忌み数)”, come 4000 yen (4 “Shi” = “morte”) e 9000 yen (9 “Ku” =
“dolore/tormento”).

New Year's money envelopes in Japan (2)

Asanagi, CC0, via Wikimedia Commons

Come si mette il denaro nella bustina

Sostanzialmente, le banconote devono essere facili da riaprire ed messe a faccia in su.
Mettendo dentro la parte di fronte della banconota con il ritratto, pieghiamo dalla sinistra alla destra in 3 parti, come potete vedere nell’immagine.
Dopodiché, la mettiamo nella bustina stando attenti a non inserirla sottosopra. Allo stesso modo anche per le monete.

In conclusione

Molti giapponesi non sapranno il senso originale dell’Otoshidama poiché anche la scrittrice stessa aveva questa tradizione di ricevere denaro a Capodanno, piuttosto di mangiare solo il mochi. Mi ricordo che appena tornavamo a casa in serata, io e i miei fratelli maggiori contavamo quanto avevamo “guadagnato”, e nel frattempo pensavamo a come usare il denaro dando ovviamente l’importanza di avere in mano così tanti soldi.
Penso che sarà così anche per la maggior parte dei bambini e ragazzi e per i genitori è un’occasione per fare imparare loro l’importanza dei soldi, anziché sprecarli per nulla!

Autore

Chinami Matsushima