Goshuin

I Goshuin sono unatradizione giapponese che consente ai visitatori dei templi e dei santuari di conservare un ricordo speciale e personale del loro pellegrinaggio spirituale. Questi sigilli, che vengono affiancati da calligrafia elegante e artistica, non sono solo una prova tangibile della visita in un luogo sacro, ma rappresentano anche una benedizione individuale per chi li riceve. Ogni goshuin è unico, con inchiostri di diverse tonalità e stili calligrafici che variano a seconda della località e del periodo dell’anno, rendendo ogni sigillo un pezzo d’arte inconfondibilmente legato al suo luogo di origine.

La pratica di raccogliere goshuin potrebbe apparire a prima vista come il semplice accumulo di ricordi da parte dei viaggiatori, ma porta con sé un significato molto più profondo. Questo atto di ricevere e conservare i goshuin incoraggia non solo il rispetto fisico verso i siti visitati ma anche un percorso interiore di riflessione. Mentre i pellegrini camminano sulle orme di innumerevoli altri visitatori che hanno calcato le stesse pietre secolari, i goshuin fungono da testimoni silenziosi di un viaggio condiviso ma estremamente personale.

Per ottenere un goshuin, i visitatori devono acquistare un goshuin-cho, un libro appositamente creato per raccogliere questi sigilli. Presentando il proprio goshuin-cho in un tempio o in un santuario, un sacerdote o un monaco appone il sigillo e scrive a mano i dettagli della visita, tra cui il nome del tempio, la data e talvolta una benedizione. Questo processo non richiede soltanto un piccolo contributo per il servizio, ma anche tempo e pazienza, aspettando il proprio turno in serena attesa.

La raccolta di goshuin offre così un’esperienza spirituale e culturale arricchente, invitando a viaggiare consapevolmente e con rispetto. È un promemoria della bellezza e della tranquillità trovate nei luoghi sacri del Giappone, offrendo una connessione personale e imperitura con la ricca eredità culturale e spirituale del paese.

里司, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons