Il Sumo

Ninja, Samurai, Itamae, Sohei, Shogun e… RIKISHI!

Sì, i Rikishi, i lottatori di Sumo professionisti, rientrano nell’immaginario collettivo tra le figure maschili più iconiche del Giappone. Quei ragazzoni paffutelli sempre in perizoma (mawashi) e con uno chignon (chonmage) sulla testa! L’immagine del Rikishi potrebbe risultare addirittura buffa o goffa, ma quando si inizia a conoscere la loro storia e tradizione, credetemi, si cambia velocemente idea.

Breve storia e regolamento

Questa disciplina nasce agli inizi del VI secolo come forma di intrattenimento per le divinità e per la classe regnante, con l’auspicio di assicurasi buoni raccolti, tanto che agli albori non c’era neanche vincitore e vinto ma solo spettacolo. I possenti rikishi incarnavano e incarnano tuttora lo spirito del guerriero virtuoso e leale, caratteristiche fondamentali dei vecchi samurai di cui loro sono discendenti ideali. Ancora oggi infatti i lottatori hanno uno stile di vita anacronistico: vivono e si allenano nelle rispettive palestre, dette heya, dove alimentano il senso di comunità tra di loro allenando sia la mente che il corpo.

Attualmente invece è sostanzialmente lo sport nazionale del Giappone dove due lottatori si affrontano e vince chi riesce a buttare a terra l’avversario o mandarlo fuori dal ring, chiamato doyho.

Le regole sono molto semplici:

  • Il Rikishi perde il combattimento quando all’interno del Dohyo qualsiasi parte del suo corpo, a parte la pianta dei piedi ovviamente, tocca il terreno, o se lui stesso esce dal Dohyo.
  • È vietato: tirare i capelli, infilare le dita negli occhi, colpire con i pugni, soffocare l’avversario, afferrare il mawashi nella zona dell’inguine.

Ogni anno si disputano in Giappone sei tornei (tre a Tokyo, uno a Osaka, uno a Nagoya e uno a Fukuoka) dalla durata di 15 giorni, ciascuno durante i quali ogni lottatore disputa un match ciascuno.

Il Rikishi che ottiene il maggior numero di vittorie vince il torneo (Basho) e riceve la Coppa dell’Imperatore assieme ad altri trofei offerti dagli sponsor. Il vincitore, l’ultimo giorno di gare, viene portato in parata per le strade attorno allo stadio di Sumo accompagnato da un compagno di palestra o da un altro lottatore a sua scelta.

Non vi sono categorie di peso, spesso i giganti si trovano ad affrontare i “meno giganti”, con risultati molte volte sorprendenti. I lottatori si distribuiscono in sei divisioni e tutti, a parte gli Yokozuna (che incarnano tutti i valori del lottatore ideale e sono veri e propri ambasciatori di questa disciplina, considerati delle semi-divinità), possono scalare la piramide o retrocedere, a seconda del numero di vittorie in ciascun torneo.

Curiosità

Come fanno i Rikishi a mantenere il loro fisico, e che tipo di vita conducono?

Quasi tutti i Rikishi vivono nella palestra che ha avuto fiducia in loro e li ha accolti da ragazzini, quando ancora erano delle promesse del Sumo. I lottatori di sumo si alzano molto presto la mattina e senza fare colazione cominciano subito l’allenamento chiamato asa-geiko, cioè “allenamento mattutino”. Dipende dalla palestra ma normalmente i preparativi cominciano alle 6 e l’allenamento vero e proprio verso le 7.

Dopo una pratica di circa tre ore e dopo aver fatto le pulizie della palestra si riuniscono per il pranzo, e poi… subito a dormire, per assimilare meglio tutte le calorie del pasto. Prima di cena studiano (molti sono ancora in età scolare) e possono uscire per qualche ora libera, e dopo cena di nuovo a dormire, per essere ben svegli la mattina seguente. Ovviamente c’è chi si concede una cena e una serata fuori… d’altra parte si tratta di ragazzi con un’età media di 25 anni!

Ma cosa mangiano per essere così in carne?

Un piatto che si chiama Chanko-nabe (a base di brodo di pesce, pollo, tofu e verdure) accompagnato da una notevole quantità di riso bianco bollito (gohan), e molto spesso anche da più di un bicchiere di birra; ogni palestra ne cucina una propria versione, e alcuni ristoranti di Chanko-nabe sono gestiti da ex lottatori. Si dice che durante i tornei il Chanko-nabe debba essere per scaramanzia solo a base di pollo, poiché i lottatori, così come il pollo appunto, dovrebbero sempre stare su due gambe e non su quattro, che significherebbe avere perso la gara.

Nonostante l’aspetto “cicciottello”, il fisico dei Rikishi è una combinazione di massa grassa e massa muscolare, muscoli allenati che permettono, oltre alla evidente forza, anche una spiccata agilità e velocità nei movimenti.

Quanto guadagna un Rikishi?

Dipende dal ranking e gli unici a ricevere uno stipendio mensile sono quelli dalla seconda divisione in su. I lottatori della seconda divisione ad esempio guadagnano circa un milione di Yen al mese, mentre lo Yokozuna arriva a guadagnare fino a 3 milioni di Yen (circa 23.000 euro). Inoltre i vincitori degli incontri più importanti di ogni giornata possono ricevere dagli sponsor fino a 60.000 Yen.
Essendo personaggi famosi, i Rikishi più popolari spesso fanno da testimonial di prodotti e compaiono in numerose pubblicità e programmi televisivi, andando così a incrementare il loro guadagno..

I Rikishi sono tutti giapponesi?

In origine ovviamente i lottatori erano tutti giapponesi, ma alla fine degli anni ’60 diventa professionista il primo Rikishi straniero, nato nelle Hawaii. Oggi rimane sempre una maggioranza di giapponesi, seguita da un grande numero di Rikishi provenienti dalla Mongolia, terra con grande tradizione di lotta libera, e pochissimi altri stranieri, provenienti da Georgia e Bulgaria. In particolare dalla fine degli anni ‘90 ad oggi i lottatori della Mongolia hanno iniziato a dominare a discapito dei lottatori giapponesi, rivitalizzando lo sport in termini di interesse da parte del pubblico locale e internazionale. Nessun italiano è mai diventato professionista di Sumo.
Durante la loro carriera, tranne in rari casi, i lottatori non vengono più chiamati con il nome proprio, ma con lo Shikona, un nome “da combattimento”, che gli viene dato spesso dal loro maestro (Oyakata), e richiama quasi sempre elementi della natura (come da tradizione Shintoista), storici lottatori del passato, o riferimenti alla palestra a cui appartengono.

Ci sono Rikishi più “popolari” di altri?

Come in tutti gli sport, esistono personaggi più amati di altri, e non sempre per i risultati sportivi raggiunti, ma magari perché ispirano simpatia, o per la bellezza, o per la tenacia, o per alcune particolarità che suscitano ammirazione tra i giapponesi; in questo periodo i Rikishi più popolari sono:

Endo, popolarissimo tra le ragazze perché ritenuto molto bello!

Enho, amatissimo perché, nonostante sia il più piccolo della massima divisione, non arrivando a pesare 100 kg, ha raggiunto livelli molto alti di tecnica e riesce a battere lottatori che sono letteralmente il doppio di lui!

Tamawashi, curioso perché i suoi hobby sono il ricamo e la pasticceria!

Chiyomaru, perché… come si fa a non amare un “faccino” come il suo?!

Da chi viene seguito il Sumo?
Purtroppo il Sumo attualmente non gode più della popolarità che aveva tempo fa. Oggi viene seguito per la maggior parte dagli anziani giapponesi, ma la Japan Sumo Association sta cercando di rilanciarlo anche a favore dei giovanissimi, tramite tour nelle scuole con dimostrazioni da parte dei Rikishi che spesso coinvolgono i piccoli scolari sul Dohyo in una sorta di “finta lotta”… ovviamente i bambini ne escono sempre vincitori!

Ci sarebbero tanti altri aspetti da approfondire, altri aneddoti da raccontare, ma in fondo queste sono state le basi per me per avvicinarmi ed appassionarmi al Sumo… spero quindi con queste poche parole di aver incuriosito anche qualcuno di voi!

Assistere ad un torneo di Sumo

Per verificare le date dei tornei e il giorno in cui vengono messi in vendita i biglietti potete guardare questo sito

Per acquistare i biglietti esistono diverse possibilità:

1) Direttamente dal sito ufficiale della Japan Sumo Association:
Non è però facile riuscire ad acquistare da qui, perché (soprattutto per Tokyo) i biglietti finiscono solitamente in 10 minuti, bisogna quindi svegliarsi di notte se si è in Italia, e non tutti i posti sono disponibili sul sito in lingua inglese.

2) Dal sito Buy Sumo Tickets:
Il sito applica un leggero ricarico sul costo del biglietto, ma (almeno da mie esperienze) offre un ottimo servizio e spedisce i biglietti direttamente presso l’albergo in cui si soggiorna in Giappone.
È necessario indicare tre date in cui su ha intenzione di assistere agli incontri: la data preferita (che a me è stata quasi sempre confermata) e due date alternative. Prima dell’inizio del torneo il sito confermerà la data via mail e invierà i biglietti all’indirizzo dell’albergo che avrete fornito.

3) Dal sito Viagogo:
Questo sito ha in vendita anche i biglietti per i tour (Jungyo, le cui date si possono vedere qui), ma a mio avviso opera ricarichi un po’ alti sui biglietti… io l’ho usato soltanto come “ultima spiaggia”, quando i biglietti erano esauriti ovunque.

4) Direttamente allo stadio del Sumo in cui si svolge il torneo: il giorno stesso dell’incontro vengono messi in vendita circa 250 biglietti per il settore più alto del palazzetto. È necessario recarsi allo stadio la mattina molto presto, alle 4,30 circa, e mettersi in coda per l’acquisto; una persona può acquistare un solo biglietto.

Vedere un allenamento di Sumo

Gli allenamenti quotidiani nelle palestre si svolgono la mattina dalle 7,30 alle 9,30 circa. È possibile assistere dall’esterno agli allenamenti soltanto in due palestre che hanno vetrate direttamente sul Dohyo. È necessario però controllare che la giornata scelta non sia in concomitanza con i tornei di Osaka, Nagoya o Fukuoka (perché i lottatori si spostano per due settimane in quelle città), o con i tour (verificare qui), perché anche in questo caso i lottatori saranno impegnati fuori Tokyo.
Le due palestre che ho menzionato sopra sono la Arashio-beya (sempre visibile) e la Naruto-beya (a volte decidono di oscurare le finestre)

Autore e foto

Chiara Motta

Pagina scritta in collaborazione con italianozeki.com