Intervista a Luigi Gatti: Il Cammino del Giappone

Avete mai pensato di visitare il Giappone spostandovi quasi esclusivamente a piedi?
C’è chi l’ha fatto e l’ha raccontato in un libro. Stiamo parlando di Luigi Gatti che ha raccontato la sua storia in “Il cammino del Giappone. Shikoku e gli 88 templi” edito da Mursia.
Abbiamo il piacere di proporvi una piccola intervista a Luigi.

Giappone per Tutti: Buongiorno Luigi e benvenuto su Giapponepertutti.it
Luigi: Grazie a te, è un piacere poter rispondere alle tue domande.

Giappone per Tutti: Nel 2017 è stato pubblicato il tuo libro sul Cammino del Giappone. Ci racconti come è nata la tua passione per i cammini e per il Giappone?
Luigi: Possiamo dire che le due passione sono legate ed hanno un origine comune. Ho intrapreso il mio primo cammino nel 2007, quasi per gioco. Durante quell’esperienza ho conosciuto una persona giapponese e con lei ho percorso parte del percorso. Aki, cosi si chiamava, riusciva a regalarmi  ogni giorno una visione nuova del mondo che mi circondava, un mondo che, a trent’anni, credevo di conoscere già approfonditamente. Quel viaggio quindi ha avuto una doppia valenza: mi ha fatto scoprire il camminare come forma di meditazione, di limpida introspezione e, contemporaneamente, mi ha spalancato una porta su di un nuovo e stupefacente “Pianeta” chiamato Giappone.

Giappone per Tutti: Per fare il cammino del Giappone ci vuole una particolare preparazione, oppure è adatto a tutti?
Luigi: E’ un cammino, e come quasi tutti i pellegrinaggi, non è un trail. Di conseguenza la difficoltà maggiore consta nella durata dello sforzo quotidiano, non nella complessità del percorso. Sono le ore che bisogna dedicare ogni giorni all’atto del camminare che possono diventare il vero ostacolo. Logicamente è necessaria una minima predisposizione al movimento, ma se motivati e minimamente preparati è un cammino adatto a tutti.

Giappone per Tutti: Che differenze hai trovato tra i cammini in Europa (ad esempio quello di Santiago) e il cammino
nello Shikoku?
Luigi: Nei cammini di Santiago (uso il plurale perché sono molti i tragitti che portano a Compostela) l’aspetto di condivisione è più presente, a volte anche fin troppo… nel senso che in alcuni periodi dell’anno è molto frequentato e viene meno la possibilità dell’introspezione. Nello Shikoku sono maggiori i momenti di solitudine ed è più complicato il formarsi della classica Famiglia internazionale itinerante, tipica di un cammino in Spagna.

Giappone per Tutti: In che periodo è meglio fare il cammino e che attrezzatura consigli?
Luigi: Io prediligo l’autunno. Lo Shikoku è un’isola ricca di aceri e molti altri alberi a foglie caduche, quindi il “foliage” ci consente di poter camminare per giorni su tappeti colorati, dal verde al rosso, passando da tutte le gradazioni marrone, giallo ed arancio. Le temperature sono miti e le giornate hanno un giusto numero di ore di luce. Anche la primavera è un bel periodo ma, nelle zone dell’ Ehime, si potrebbe trovare ancora neve e temperature tendenti al fresco. L’estate è troppo calda e umida, e l’inverno troppo freddo. Comunque è fattibile in ogni periodo dell’anno con la corretta attrezzatura, che varia a seconda dei casi. In ottobre si cammina in maglietta, e la sera ci si copre con una felpa, quindi anche lo zaino può mantenersi in una fascia di peso accettabile.

Giappone per Tutti: Cosa ti ha colpito in maniera positiva, e cosa in maniera negativa, di questo cammino e del Giappone in generale?
Luigi: Questa domanda necessita di giornate intere per poterti dire tutto ciò che il Giappone e questo cammino mi hanno trasmesso. Nel libro ho raccolto alcuni degli “uau” e degli “assurdo”, le due espressione involontarie che “arrivano” a chi, come me , come te e molti altri occidentali, decide di “affrontare” la cultura giapponese, dove “affrontare” non è un verbo che ho scelto a caso. Uau che bello, Assurdo…non ci posso credere…. E cosi ogni giorno “ ho creduto sei cose impossibili prima di colazione”, Cit L. Carrol, Alice nel paese delle meraviglie. Per questo ho inserito questa citazione ad inizio libro.
Per sintetizzare, il miglior “uau” è il senso civico, il sentirmi sempre coccolato, pulito e protetto. Il peggior “assurdo” è la non facilità nel relazionarsi, la difficoltà che molti giapponesi hanno nell’essere trasparenti e sinceri, nel dire e fare ciò che vorrebbero, non ciò che la società gli richiede.

Giappone per Tutti: Secondo la tua esperienza, un cammino, che può essere in Europa, America o Giappone, è meglio
farlo in solitaria oppure si può fare anche in coppia o in gruppo?
Luigi: Un cammino è una esperienza personale, quindi ognuno deve pianificarlo e percorrerlo seguendo il proprio modo di essere e il proprio istinto. Ti posso parlare di me: parto solo perché il cammino è per me la massima espressione di libertà. Durante il giorno prediligo camminare in solitudine, per poter seguire il mio ritmo, la mia andatura, il mio mantra. La sera poi, mi piace condividere con gli altri le esperienze vissute, confrontandole e prendendo spunti da quelle altrui. Si può partire in coppia o in gruppo, ma, secondo il mio parere, non bisogna perdere la propria individualità, specialmente durante le ore di Cammino.

Giappone per Tutti: Ti ringrazio per il tempo che ci hai concesso e consiglio a tutti di partecipare alle presentazioni del libro, che Luigi svolge in giro per l’Italia.
Luigi: Grazie mille, per aver letto il libro, per essere venuto alla mia presentazione e per avermi intervistato.

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