Origami

Origami , è l’arte giapponese di piegare la carta , deriva dall’unione delle 2 radici; 折り紙 ori-gami, ‘ oru (piegare) e ‘ kami / gami (carta)’ . Il suo significato è secondo il contesto della frase, in cui viene usata ed indica una tecnica, che permette di realizzare figure e forme di ogni tipo mediante piegatura di uno o di più fogli seguendo rigide regole, che escludono l’uso di forbici o colla.
La tecnica degli origami moderni, prevede l’utilizzo quasi esclusivo di piegature di vari tipi e come base di partenza un foglio di carta quadrato o rettangolare, mentre nella tecnica antica non c’erano “limiti” e quindi si utilizzavano spesso anche il taglio della carta e fogli di varie forme.
L’origine di questa tecnica è legata allo S hintoismo, infatti, in giapponese le parole ‘Carta’ e ‘Dei’ si pronunciano “ kami (紙 / 神)”. Dallo Shintoismo derivano anche i principi che regolano l’Origami, e cioè il ciclo vitale e l’accettazione della morte. La carta “trasformata” con questa tecnica, nella sua complessità e fragilità, rappresenta il tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent’anni. La sua bellezza non risiede nella carta ma nella forma che ne assume, che può essere replicata infinite volte.

Origami Cranes folded by Takako Shimizu from Hiroshima (11050456756)

The Official CTBTO Photostream, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

La storia dell’Origami comincia probabilmente con l’invenzione della carta e potrebbe essere nato allora, ma non esistono notizie precise; occorre aspettare il 610 d.C., allorché un monaco buddista portò la tecnica per la fabbricazione della carta in Giappone. In questo paese comincia una vera e propria storia dell’origami.
Nonostante la rapida diffusione della fabbricazione della carta, quest’ultima rimase per anni un materiale raro, il cui uso era riservato alle cerimonie religiose o ad altre occasioni importanti; la carta non veniva usata per realizzare “modelli” come li intendiamo oggi, bensì per creare figure astratte aventi un significato simbolico e rituale, seguendo rigide regole conosciute solo da pochi specialisti.
Uno degli esempi più antichi risale al periodo Heian (794-1192):
– Si tratta di un foglio di carta pieghettato, con il quale si copriva la bottiglia del sake posta sull’altare, offerta propiziatoria durante le cerimonie religiose. Allo stesso tempo risalgono i modelli stilizzati che rappresentano una farfalla maschio (o-cho) e una farfalla femmina (me-cho). Essi si applicavano al collo di due bottiglie di sakè usate per un particolare rito augurale durante le cerimonie nuziali Shintō (usanza tuttora seguita).

– Gli origami si affermarono ancora prima del periodo Heian, nel cui divenne famosa una festa della bambola “ Hina-Nagashi ”, che è uno dei motivi originali della Hinamatsuri : si metteva una bambola fatta con fibre vegetali o carta giapponese, alle quali si lasciava il proprio male e la propria calamità, su una barca di carta, trasportata dal fiume fino al mare.
Sempre nel periodo Heian si trova l’utilizzo degli origami per le feste chiamate “Kodomo-No-Hi (こどもの日) ” e “Shichi-Go-San (七五三) ”, dedicate ai bambini. Tra le figure, nate in questo periodo, ci sarebbe quella della rana detta “Kaeru (蛙)” in giapponese che ha un significato anche del “ritorno a casa”, il quale è di buon augurio per chi sta per intraprendere un lungo viaggio.
Nel periodo Heian furono introdotti 2 aspetti della tradizione giapponese:
– il Buddismo , entrò in Giappone all’epoca Kofun (dal 250/300 d.C. alla metà del VI secolo) in cui salì al potere l’Imperatore Kinmei (509?-571), e da qui una del le feste d’origine cinesi “Tanabata (七夕)” nelle quali le decorazioni erano fatte con origami.
– l’Hanami (花見), “hana (fiori) – mi (guardare)”, per cui si costruiscono lanterne e fiori di carta, tra cui il famoso loto.

La figura più importante del periodo Kamakura (1185-1333) è il “noshi (熨斗)”, che è un’abbreviazione di una striscia di carne di mollusco marino seccata al sole , simbolo di immortalità,
chiamata “noshi-awabi (熨斗鮑)” che veniva regalato all’interno di un astuccio di carta con pieghe sempre più complesse; all’epoca, tra Samurai, nacque l’abitudine tradizionale di regalarsi pensierini a vicenda. È da notare che il noshi, a differenza di altri modelli tradizionali, si ottiene mediante semplice piegatura, senza ricorrere a tagli. Questa tendenza, in seguito, diventerà
predominante nell’origami cosiddetto “moderno”.
Un altro importante esempio di origami cerimoniale è il “Gohei (御幣)”, fogli di carta tagliati e piegati a zig-zag in forma particolare, che venivano appesi all’esterno dei santuari Shintō come oggetto essenziale del culto. In essi infatti, secondo la tradizione, veniva a risiedere lo spirito della divinità del tempio.

Le tecniche per piegare le varie figure vennero tramandate oralmente di generazione in generazione fino all’inizio del XVIII secolo, quando pare siano apparsi i primi libri con istruzioni di piegatura; durante il periodo Edo (1603-1867) vide la luce il famoso origami della gru, che venne presentata in un libro di origami pubblicato all’epoca, il “Kanno-mado”. In esso sono raccolti quarantanove modelli, fra cui il noshi e le figure cerimoniali, la gru e altri animali tradizionali. Nei modelli più complessi il foglio viene tagliato per ricavare le punte necessarie.
Nel 1797 fu scritto un altro libro più importante, fondamento della cultura origami, il “Sembazuru Orikata (come piegare le mille gru )”: in Giappone la gru gode di molta simpatia, è quasi venerata, che vive mille anni e così, nella tradizione, è divenuta simbolo di fortuna e lunga vita. La pratica fa riferimento alla leggenda seconda la quale chiunque riesca a piegare mille gru vedrà i desideri esauditi; ‘piegare una gru’ significa ‘aggiungere mille anni alla propria vita’, e quindi, ‘piegarne due, tre, dieci, cento, mille’, significa ‘vivere per l’eternità’. Se un grappolo di mille gru, chiamato “Senbazuru (千羽鶴)”, viene appeso si potrà ottenere in cambio un favore dalla divinità. Poiché costruire un grappolo di mille gru non costituisce un lavoro intellettualmente e tecnicamente complesso.
A quella storia si lega quella di Sadako Sasaki (佐々木 貞 子), la bambina che fu colpita dalle radiazioni della bomba atomica di Hiroshima, la quale, in un letto di ospedale a causa della leucemia, iniziò a fare gli origami della gru, senza però riuscire a terminare la sua opera. Nel parco della pace della città venne, quindi, eretta una statua in sua memoria attorno alla quale sono esposte corone di mille gru, donate da tutto il mondo.

Nel periodo Edo, invece, fu creato un modo diverso per creare i grappoli: un grande foglio veniva suddiviso in tanti quadrati mediante delle incisioni, in modo però che i quadrati non vengano separati completamente, ma restino uniti da piccoli lembi di carta. Le gru vengono ottenute piegando ciascun quadrato e risulteranno unite per la punta del becco o delle ali o della coda. Si tratta di una tecnica estremamente difficile, che richiede tempi lunghissimi e infinita concentrazione; il “Sembazuru Orikata” descrive quarantanove grappoli indicando semplicemente lo schema di partenza e il disegno del grappolo finito.
A cavallo tra il XVI e il XVII secolo la piegatura della carta è conosciuta anche in Europa, in particolar modo in Spagna e in Italia; proprio in Italia, in quegli anni, si sviluppò un particolare tipo di plissettatura utilizzata per la piegatura di salviette e tovaglioli per impreziosire le tavole del Rinascimento. Figure di carta piegata venivano anche usate dai prestigiatori per stupire l’ingenuo pubblico d’allora. Tipica del 1700 è la routine nota come “Il ventaglio magico”: una larga striscia di carta pieghettata a fisarmonica nei due sensi che, sapientemente manipolata, dava magicamente origine alle più svariate figure. A partire dal XIX secolo l’origami si è sviluppato anche in senso creativo, con l’elaborazione di forme più moderne che portano ad estremi livelli di raffinatezza e di complessità le semplici regole basilari dei modelli classici. Grandi maestri giapponesi, ma anche origamisti occidentali, fanno dell’origami una forma d’arte con cui dare una nuova dimensione alla propria creatività.

La tecnica origami ha creato un elegante e stilizzata gru, che è diventata l’immagine dell’origami stesso. Inoltre, ha un ruolo importante in tante festività giapponesi, come durante il capodanno, dove vengono realizzati i biglietti e lettere di auguri.

Revisione a cura di:

Chinami Matsushima

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