Il mio diario di viaggio Natale 2018

Questo viaggio in Giappone non era programmato, tutto è nato un venerdi mattina di metà Luglio. Arrivo a lavoro e il mio collega mi dice che ha prenotato l’appuntamento per fare il passaporto.
Cosi su due piedi, e un po’ per scherzare, gli dico “A Natale si potrebbe andare in Giappone”. Lui è interessato e quindi la sera stessa guardo se ci sono offerte per il Giappone per il periodo natalizio.
Inizio a cercare voli per Tokyo con partenza da Venezia, Milano e Bologna, ma sono tutti sopra i 750 Euro. Faccio un ultimo tentativo su Google Flight, inserendo come aeroporto di partenza Verona e mi esce un bel 597 Euro.
La sera stessa scrivo al mio collega che avevo trovato questa offerta. Partenza da Verona con la compagnia S7 (mai sentita prima) fino a Mosca e poi in code sharing su volo JAL per Narita.
Il mio collega mi risponde “Si può fare” e cosi la domenica mattina (neanche 48 ore dopo) il volo era bello che acquistato.

Partenza prevista verso le 4 di mattina per raggiungere l’aeroporto di Verona. Dopo aver recuperato il mio collega, Luca a casa, mio padre ci accompagna fino all’aeroporto.

Facciamo il check-in e consegnamo i bagagli. Il volo per Mosca parte puntuale alle 7.40 e atterra circa 3 ore dopo nel nevischio dell’aeroporto Domodedovo.

Scesi dall’aereo ci rechiamo alla zona transfer dove prendiamo la boarding pass per il volo successivo. Il transfer è molto veloce, anche perchè eravamo solo noi 2 a fare i controlli in quel momento.

Lo scalo a Mosca è di quasi 4 ore, che diventano quasi 5 a causa di un ritardo del volo JAL per Mosca.
Il volo da Mosca a Narita è tranquillo (a parte dei ragazzini della squadra di calcio CSKA Mosca che non stanno fermi un attimo). Il personale di bordo è gentile, i pasti discreti e la comodità dei sedili abbastanza buona.
Riesco anche a guardare qualche film in italiano (ce n’erano circa una trentina).

Arriviamo a Narita con una mezz’ora circa di ritardo, verso le 9.30 di mattino, ritiriamo i bagagli, prendiamo il pocket Wifi insieme alla sim all’ufficio postale (questa volta ho voluto provare pocket wifi e sim sia di Japan Wireless che quelli forniti da Japan Experience).

Dopo aver cambiato e prelevato con il bancomat Maestro un po’ di contanti, andiamo a cambiare il voucher del Japan Rail Pass (acquistato da Japan Experience, trovate il link nella pagina del JRP) presso la biglietteria del Terminal 2.
La coda non è molto lunga, ma gli impiegati dell’ufficio sono molto lenti e ci mettiamo tre quarti d’ora per cambiare i nostri voucher e prenotare il Narita Express per Shinagawa.

Prendiamo il NEX verso Shinagawa e in circa un’ora arriviamo. Qui ad attenderci c’è Raffaella, la compagna di Pio d’Emilia, il giornalista di SkyTG24 (aveva partecipato a Turisti per Caso).

Dovevo portare dei medicinali a Pio, che però era dovuto andare in Indonesia per seguire il terremoto che c’era stato in quei giorni.
Dopo aver bevuto un caffè e salutato Raffaella, iniziamo la ricerca di un deposito bagagli o un coin locker libero alla stazione di Shinagawa (volevamo lasciare li la valigia, per poi riprenderla la sera per andare all’appartamento di Vittoria).

Dopo aver girato tutta la stazione invano (coin locker tutti occupati), decidiamo di andare a Shibuya e tentare la fortuna la. Troviamo un deposito bagagli (600 Yen a valigia) presso il centro informazioni vicino all’uscita 3a.
Lasciate le valigie iniziamo a perlustrare la zona di Shibuya, con il famoso incrocio e la statua di Hachiko.
Pranziamo velocemente in un kaiten sushi e ci spostiamo a fare un giro anche a Shinjuku.

Dopo un giro veloce riprendiamo la Yamanote line e scendiamo a Shibuya per recuperare le valigie. Andiamo poi a Shinagawa dove prendiamo il treno per Shin-Yokohama e poi il treno sulla Yokohama Line verso l’appartamento (che ci ha gentilmente prestato la mia amica Vittoria).
Abbiamo appuntamento verso le 19 con la vicina di casa, una signora originaria di Miyakojima. Ci consegna le chiavi della casa. Dopo esserci fatti una meritata doccia, torniamo dalla vicina che ci prepara la cena.
Purtroppo lei parla solo giapponese, ed è stato abbastanza difficile comunicare. In qualche modo ci facciamo capire, anche grazie al suo traduttore simultaneo.
Salutiamo la vicina e andiamo a dormire, distrutti.

Natale. Oggi è in programma il trasferimento verso Kyoto. Prepariamo lo zaino con le cose essenziali e prendiamo il treno verso la stazione di Shin-Yokohama. Qui saliamo sullo Shinkansen (che avevamo prenotato il giorno prima) che in 2 ore e 30 ci porta a Kyoto.
Arrivati a Kyoto, andiamo subito verso il nostro hotel, il Rokujo Karasuma Hotel, a circa 1 km a nord della stazione. La struttura è molto piccola, infatti ha solo 4 piani e 3-4 stanze per piano.
Questo hotel è molto economico (abbiamo pagato 26500 Yen in 2 per 4 notti, compresa la tassa di soggiorno). La particolarità è che la reception è aperta solo dalle 10 alle 22 e la pulizia della camera viene effettuata solo dopo la terza notte di pernottamento. Ovviamente se serve si può chiedere di cambiare gli asciugamani.
Lasciamo gli zaini e andiamo a visitare il tempio Higashi Honganji. Andiamo poi in stazione e saliamo verso gli ultimi piani dove ci fermiamo a mangiare un ramen.
Rifocillati, prendiamo la JR Nara line fino a Inari e iniziamo la “scalata” del monte Inari (Fushimi Inari). La zona iniziale è piena di turisti, ma man mano che si sale, diminuiscono scempre di più.
Facciamo tutto il percorso in poco più di 2 ore.
Decidiamo poi di andare a Nara. Arriviamo un po’ tardi e riusciamo a vedere, da fuori, il Tofukuji (riaperto di recente dopo anni di restauri), il Todaiji e i famosi cervi che girano per il parco della città.
Dopo aver mangiato il famoso mochi al tè matcha, prendiamo il treno verso Osaka (JR Namba).
Arrivati a Namba, andiamo direttamente a Dotonbori, il cuore pulsante della città. Qui ci si ritrova immersi nel casino e nelle luci. La zona è piena di locali che vendono cibo da strada, come il famoso Takoyaki.
Ne prendiamo alcuni come antipasto e dopo aver girato Dotonbori in lungo e in largo, ci infiliamo in una stradina laterale, dove troviamo un piccolo ristorante di Okonomiyaki.
Entriamo e ci accomodiamo al bancone. Qui mangiamo un ottimo okonomiyaki (il mio con gli udon, spaghetti grossi).
Dopo cena prendiamo la metro verso Shin-Osaka e qui prendiamo lo Shinkansen verso Kyoto per tornare in hotel.

Sveglia presto per prendere lo Shinkansen delle 7.20 per Hiroshima. Dopo circa 1 ora e 40 di viaggio, arriviamo a Hiroshima, dove prendiamo il treno locale per Miyajimaguchi. In mezz’ora circa arriviamo al porto di Miyajimaguchi, dove prendiamo il traghetto per la famosa isola.
Il programma di oggi è un’altra “scalata”, quella del monte Misen (532m).
Dopo aver attraversato il paese e aver visto il santuario di Itsukushima e il famosissimo torii rosso nell’acqua, andiamo verso il parco Momijidani, da dove parte uno dei sentieri che sale verso la cima del monte.
Volendo si potrebbe prendere la funivia che porta quasi alla vetta, ma noi decidiamo di farcela tutta a piedi. Il sentiero è lungo circa 2,5km dal parco.
E’ abbastanza impegnativo, perchè la pendenza non è indifferente e inoltre ci sono moltissimi scalini.
Facciamo tutto il percorso in circa 1 ora (dopo aver superato anche un super nonnino, che poi abbiamo rivisto in cima).
Il sentiero è poco trafficato, direi quasi per niente. Arriviamo quasi in cima e ci congiungiamo al sentiero che arriva dalla stazione della funivia.
Dalla cima del monte si ha una bellissima vista sull’oceano e sulla terraferma, purtroppo il tempo non era dei migliori, infatti è stato nuvoloso praticamente tutto il tempo (per fortuna non ha piovuto).
Dopo aver ammirato il panorama dall’alto, scendiamo da un altro sentiero (più semplice, ma anche questo pieno di scalini) che arriva al tempio Daishoin.
Torniamo al paesino e mangiamo qualcosa. Riprendiamo quindi il traghetto e poi il treno per Nishi-Hiroshima. Qui prendiamo il tram verso l’A-Bomb Dome (si può utilizzare la tessera Pasmo/Suica o le altre IC card. Basta passarla sul lettore sia in salita che in discesa dal tram).
Visitiamo il famoso parco della pace con l’A-Bomb Dome e il museo (parzialmente chiuso per lavori di ristrutturazione, ma riaprirà tutto il 25 Aprile 2019).
Non era la prima volta che andavo a Hiroshima, ma come l’altra volta, questa città ti lascia dentro qualcosa di strano, una sensazione di tristezza e incredulità. E’ difficile immaginarsi che qui più di 70 anni fa è esplosa una bomba atomica che in pochi istanti ha spazzato via decine di migliaia di vite umane.
Dopo la visita al museo, ci incamminiamo verso la stazione, ma prima di arrivare, ci fermiamo presso Okonomimura (un edificio con 4 piani, al cui interno ci sono solo ristorantini che preparano l’okonomiyaki) per fare “merenda” con un okonomiyaki Hiroshima style.
Prendiamo qualcosa in stazione per il viaggio e saliamo sul treno delle 19.51 per Shin-Osaka. Arriviamo a Kyoto circa 2 ore dopo.

Oggi abbiamo appuntamento con il mio amico Marco Ferrari, un ragazzo di Reggio Emilia che ormai vive e lavora qui in Giappone da 14 anni.
Ci troviamo alle 9.30 alla stazione di Shin-Osaka. Qui facciamo conoscenza con Mizue Inami, il capo di Marco alla Travel Arrange Japan, e con suo marito Tomo, che oggi ci farà da autista.
Saliamo su una macchina/astronave e ci dirigiamo subito sotto l’Umeda Sky Building. Vista veloce dell’edificio e ci spostiamo verso Sakai, dove visitiamo il Sakai City Traditional Craft Museum, dove all’interno si possono vedere una moltitudine di coltelli e attrezzi da cucina (è possibile anche acquistarli). L’ingresso è gratuito.
Dopo aver visto il piccolo museo andiamo a pranzo al ristorante Ume no Hana Sakai Risho no Mori. L’ingrediente principale è il tofu, al quale vengono abbinati altri ingredienti, come verdure o pesce.
Il pranzo è ottimo e dopo aver mangiato, facciamo visita al negozio Mizuno Tanrenjo. Questo negozio è particolare, perchè oltre a poter acquistare coltelli e forbici, c’è la possibilità (previa prenotazione gratuita) di visitare il laboratorio dove vengono prodotte le spade e i coltelli giapponesi.
Comunque ne parlerò in un articolo a parte.
Dopo la visita al signor Mizuno, riprendiamo la macchina e andiamo sul monte Shigi.
Il monte Shigi si può raggiungere da Osaka oppure da Nara tramite la linea Yamatoji Line, scendendo alla stazione di Oji. Da qui si prende il bus della Nara Kotsu (42/43) per il tempio Shigisan Chogosonshi-ji. (come arrivare)
Il monte si trova a est di Osaka e a ovest di Nara.
Questo luogo è molto tranquillo, non ci sono praticamente turisti e dispone di 2 templi dove dormire. Senju-in e Gyokuzu-in (potete prenotarli tramite Travel Arrange Japan o scrivendo a Marco Ferrari).
Il posto non è molto grande, ma è una valida alternativa al più famoso Monte Koya.
Riprendiamo la macchina e percorriamo una strada panoramica (a pagamento) dalla quale, da alcuni punti panoramici, si vedono benissimo Nara e Osaka e in lontananza anche Kobe.
Si è fatta ormai ora di cena e andiamo a mangiare un ramen vicino alla stazione di Yamashina (a 5 minuti di treno a est di Kyoto). Prima di congedarci dai nostri compagni di viaggio, facciamo un salto in un altro punto panoramico, da dove si vede Kyoto. Bellissima la vista della città di notte.
Ci accompagnano quindi a Karasuma e facciamo un ultimo giro a piedi prima di tornare in hotel.

Giornata dedicata a Kyoto. Prendiamo il bus 27 vicino all’hotel e scendiamo di fronte al Ninnaji. Entriamo nel bellissimo parco, di turisti neanche l’ombra. Si respira un aria di tranquillità.
Dopo aver gironzolato per il parco, andiamo a piedi verso il Ryoanji, famoso per il giardino zen. Qui i turisti iniziano ad aumentare, ma non come al Kinkakuji, la tappa successiva.
Il Padiglione d’oro è preso d’assalto dai turisti e mentre lo visitiamo, inizia anche a nevicare. Dopo il giro per il giardino, usciamo e prendiamo il bus verso il complesso dove si trova il Daitokuji.
Anche qui, come per il Ninnaji, i turisti sono pochissimi. Decidiamo di entrare nel tempio Ryogenin, dove al suo interno si trovano diversi giardini zen.
Lasciamo il complesso del Daitokuji e prendiamo il bus per il Ginkakuji. Prima della visita ci fermiamo a pranzo mangiando del curry rice.
Il giardino è molto bello (uno dei miei preferiti) e anche se ci sono abbastanza turisti, non c’è la ressa del Kinkakuji.
Dal Ginkakuji ci dirigiamo a piedi verso il maestoso Heian. Dopo aver visto l’enorme torii rosso di fronte al santuario, andiamo in bus verso Teramachi. Qui facciamo un giro tra i negozi della via e poi andiamo a vedere il mercato Nishiki.
Al mercato si possono vedere cibi di tutti i tipi. Anche qui, ahime, c’è tantissima gente e risulta difficile muoversi.
Prendiamo del sushi al supermercato e mangiamo in hotel. Dopo esserci riposati un po’, decidiamo di uscire e andiamo verso Pontocho. Qui inizia una bufera di neve e quindi decidiamo di rintanarci in un pub a bere una birra.
Torniamo quindi in hotel per l’ultima notte a Kyoto.

Ci svegliamo con qualche centimetro di neve che ricopre i tetti delle case a Kyoto.
Prendiamo lo zaino e andiamo in stazione a prendere lo Shinkansen per Odawara. A causa della neve ci sono dei ritardi e infatti arriviamo ad Odawara con 35 minuti di ritardo.
Lasciamo li zaini in un coin locker e acquistiamo l’Hakone Free Pass per 4000 Yen, il quale ci permetterà di prendere i mezzi per muoverci nella zona.
Saliamo sul primo treno per Hakone-Yumoto. Qui c’è il cambio treno per raggiungere Gora e il numero elevato di turisti si fa notare. Treno strapieno.
Arrivati a Gora dobbiamo prendere la funicolare che arriva fino alla stazione della funivia per Owakudani, ma vista la fila, desistiamo e cerchiamo un ristorantino dove mangiare.
Facciamo un pezzo di strada in salita lungo la funicolare e alla seconda fermata decidiamo di salire, senza fare nessuna coda.
Arriviamo in cima e prendiamo la prima funivia verso Owakudani. Arrivati alla stazione di interscambio, scendiamo e ammiriamo il Monte Fuji. Qui a Owakudani ci sono delle cave di zolfo e il paesaggio è molto particolare.
Dopo aver mangiato le famose uova nere, prendiamo la seconda funivia verso il lago Ashi.
Qui prendiamo per pelo (siamo stati gli ultimi a passare) il vascello pirata che attraversa tutto il lago fino a Moto Hakone. Scesi dalla barca ci dirigiamo verso l’Hakone Jinja con il suo torii rosso sulle sponde del lago.
Torniamo verso il paese e prendiamo il bus per andare alle onsen Tenzan. In circa 20 minuti arriviamo.
Queste onsen sono molto belle (ed è permesso l’ingresso alle persone con i tatuaggi). Ci fermiamo nell’acqua calda per circa 1 ora e mezza e poi riprendiamo il bus verso Hakone Yumoto per riprendere il treno verso Odawara.
Prendiamo lo shinkansen e ci fermiamo a Shin-Yokohama. Qua decidiamo di andare al museo del ramen, praticamente la ricostruzione di un piccolo quartiere anni 50 con all’interno diversi ristoranti di ramen. Si paga un’entrata di 310 Yen.
Mangiato un ottimo ramen riprendiamo il treno verso l’appartamento di Vittoria.

Cambio di programma. Avevamo deciso di andare a Nikko, ma dall’appartamento è troppo lontano. Cambiamo meta e andiamo al monte Takao, a circa 45 minuti a ovest di Shinjuku.
Saliamo anche qui a piedi fino alla vetta. Per raggiungere la cima del monte ci sono vari sentieri. All’andata facciamo il sentiero principale che è anche abbastanza “trafficato”. Arrivati in cima, vediamo per l’ennesima volta il monte Fuji.
Salendo sul monte si vede quanto è grande Tokyo.
Dopo una pausa, scendiamo da un altro sentiero, più “spartano”. In un tratto dobbiamo anche camminare in un piccolo ruscello.
Finita la discesa prendiamo il treno e andiamo a Nakano. Qui, dopo aver pranzato con yakiniku, ci addentriamo a Nakano Broadway, la patria per gli amanti di anime e manga. Qui si trova di tutto, da action figure a costumi, da anime ad accessori vari.
Riprendiamo quindi il treno verso Tokyo e andiamo a visitare prima il Meiji Jinju, che si trova all’interno del parco Yoyogi e poi la famosissima Takeshita Dori. Muoversi qui è un’impresa, non c’è un centimetro libero.
Facciamo un salto a Shibuya per prendere una versione limitata della Pasmo e poi andiamo verso Yokohama e Mirato Mirai.
Yokohama è uno dei principali porti commerciali del Giappone. A Mirato Mirai si trova una bella passeggiata sull’oceano e un parco dei divertimenti con ruota panoramica.
Dopo aver fatto tappa all’Hard Rock Cafè (regalo per la fidanzata) e aver bevuto qualcosa, torniamo verso Shin-Yokohama e mangiamo qualcosa prima di tornare a casa.

Ultimo giorno del 2018.
La mattina abbiamo appuntamento con il mio amico Roberto. Ci troviamo ad Asakusa e facciamo un giro al Sensoji, all’osservatorio dell’uffico del turismo e da Don Quijote. Andiamo poi al Ghibli Store presso la Tokyo Sky Tree.
Mangiamo qualcosa insieme e poi ci salutiamo. Facciamo il check-in al nostro capsule hotel ad Asakusa (9hours) e lasciamo li lo zaino.
Andiamo quindi tra la folla di Ameyoko (mercato) a Ueno. Ci spostiamo quindi ad Akihabara, facciamo un giro e decidiamo di entrare in un Maid Cafè.
All’interno ci sono cameriere vestite con abiti di personaggi manga. Si paga un fisso per un’ora e poi le consumazioni. L’ambiente è alquanto irreale e ci sentiamo molto a disagio. Come esperienze si può anche fare, tanto per dire di aver provato, ma una volta basta e avanza.
Prima di andare al tempio Zojoji, ci fermiamo a Shiodome, andiamo alla stazione della monorail per fare la Suica Monorail (ho deciso di fare la collezione delle IC Card giapponesi). Andiamo quindi al Caretta Shiodome (un centro commerciale) e vediamo all’esterno uno spettacolo di luci e musica.
Saliamo quindi in cima al grattacielo e guardiamo la baia di Tokyo dall’alto.
Riprendiamo la metro e andiamo verso la Tokyo Tower. Andiamo all’interno del centro commerciale e poi ci spostiamo al tempio Zojoji. Qui si trovano molte bancarelle di cibo e decidiamo di mangiare qualcosa, come i mochi appena fatti e delle piccole frittelle/bignè.
Aspettiamo insieme a molti turisti lo scoccare della mezzanotte. A differenza dei nostri ultimi dell’anno, qui non c’è musica, casino e fuochi d’artificio. Ma si aspettano tutti insieme i 108 rintocchi che annunciano l’anno nuovo.
Ci ritroviamo quindi di fronte all’entrata del tempio, in attesa di entrare allo scoccare della mezzanotte.
Dopo la breve visita al tempio, la maggior parte della gente va verso casa.
Usciamo dal complesso dello Zojoji e qui incontriamo Erika, una ragazza conosciuta tramite il mio gruppo su Facebook.
Andiamo insieme a prendere la metro verso Asakusa e parliamo dei nostri viaggi in Giappone.
Arriviamo al capsule hotel verso le 2 di notte. Doccia veloce e via, ognuno nel proprio loculo a dormire.
La capsula è comoda e anche spaziosa, peccato si sentano i vicini russare. Un appunto invece sulla zona spogliatoi, purtroppo gli armadietti sono piccoli e molto vicini tra loro, quindi rendono difficile cambiarsi quando c’è diversa gente.

Ci svegliamo verso le 9 e dopo aver lasciato la nostra capsula, andiamo al Sensoji e mangiamo qualcosa per colazione alle bancarelle fuori dal tempio. Prendiamo quindi la metro verso Shibuya per andare da Tokyu Hands, ma ahimè, lo troviamo chiuso.
Torniamo indietro e decidiamo di andare a Tsukiji, dove si trovava uno dei mercati del pesce più famosi del mondo (ora trasferito a Toyosu).
Il mercato esterno con i ristoranti è ancora aperto. Fuori da un ristorante assistiamo al taglio del tonno con spiegazioni (in giapponese) dei vari tagli.
Giriamo un po’ e poi ci fermiamo a pranzo da uno dei sushi Zanmai della zona.
Dopo pranzo andiamo a Ryogoku, il quartiere del sumo, ma anche qui troviamo tutto chiuso e deserto. Andiamo allora ad Odaiba a fare una passeggiata. Prendiamo la Yurikamome, un treno su gomma con guida automatica (da non confondere con la monorotaia per l’aeroporto di Haneda)
Nel viaggio con la Yurikamome si passa sopra il Rainbow Bridge e si può ammirare Tokyo dalla baia.
Andiamo nei vari centri commerciali e al Megaweb, dove ci sono esposte le ultime novità della casa automobilistica giapponese Toyota.
Andiamo poi davanti a Diver City, dove capeggia una riproduzione “a grandezza naturale” dell’Unicorn Gundam, che a determinati orari si anima e si illumina.
Arrivata ora di cena, mangiamo un tonkatsu e poi ci dirigiamo verso casa.

Altra gita fuori porta. Oggi andiamo ad Enoshima e decidiamo di prendere il Kamakura Enoshima Pass da Machida a 1020 Yen. In circa un’ora di treno arriviamo direttamente ad Enoshima, una piccola isola poche centinaia di metri dalla costa.
Attraversiamo il ponte che la collega alla terra ferma e con il Fuji alla nostra destra, ci addentriamo nella piccola isola.
Sull’isola ci sono diversi templi e santuari. Prendiamo un sentiero che ci porta sul lato opposto, dove si trovano due grotte, formatesi dall’erosione delle onde marine.
Dopo aver visto le grotte, saliamo in cima all’isola dove si trova il giardino Samuel Cocking con l’osservatorio da cui si ha un ottima vista sull’oceano.
Scendiamo verso la “terra ferma” e mangiamo i famosi pesciolini bianchi (Shirasu).
Prendiamo quindi il trenino della Enoden (strapieno) fino a Hase e andiamo a visitare il grande Buddha.
Ci dirigiamo poi verso il sentiero che dal grande Buddha, attraverso un bosco, porta al santuario Zeniarai Benzaiten, un santuraio che si raggiunge attraversando un breve tunnel scavato nella roccia.
Qui moltissime persone portano i loro soldi a “lavare”. Si dice che cosi facendo, questi verranno raddoppiati.
Proseguiamo quindi verso uno dei santuari principali di Kamakura, il Tsurugaoka Hachiman, Anche qui troviamo innumerevoli banchetti che vendono cibo e una grandissima folla. Molte persone sono in fila per entrare nel santuario e quindi desistiamo dalla visita.
Torniamo verso la stazione e qui prendiamo il trenino della Enoden per tornare fino alla stazione di Fujisawa, dove prendiamo il treno per tornare verso Shinjuku. Facciamo un giro a Kabukicho, dove mangiamo degli yakitori e poi a Golden Gai, quartiere famoso per i suoi minuscoli bar.

Oggi è praticamente l’utlimo giorno intero in Giappone. Prendiamo le valigie e prendiamo il treno verso l’hotel di Asakusa. Lasciate le valigie, prendiamo la metro e andiamo a visitare uno dei diversi giardini giapponesi di Tokyo.
Il giardino si chiama Kiyosumi e si trova a qualche kilometro a ovest dalla stazione di Tokyo. Qui, a differenza di altri giardini più centrali, non ci sono grattacieli nei dintorni. Il posto è molto bello e tranquillo.
Oggi volevo andare al Bunkyo Civic Center e al palazzo del governo metropolitana a Shinjuku, ma purtroppo vedo che sono chiusi per le festività di inizio anno.
Andiamo quindi a Marunouchi, la zona della stazione di Tokyo e del palazzo imperiale, facciamo un giro in zona e mangiamo l’ultimo ramen alla stazione. Dopo pranzo andiamo a Omotesando e poi ad Harajuku. Proseguiamo quindi a piedi fino a Shibuya e dedichiamo un po’ di tempo a Tokyu Hands, un grosso centro commerciale dedicato principalmente al fai da te.
Ormai è sera e abbiamo appuntamento con Toru, il mio contatto giapponese di Japan Wireless, la società che offre il servizio del pocket WiFi.
Ci troviamo di fronte al Kaminarimon di Asakusa e ci porta a mangiare degli yakitori in zona. Parliamo di affari e di molto altro, come la differenza tra la cultura italiana e quella giapponese. La serata scorre tranquilla e dopo cena ci congediamo e andiamo a dormire in hotel.

4 Gennaio 2019

Oggi sveglia molto presto, abbiamo il treno per l’aeroporto di Narita alle 6.55 da una stazione a qualche minuto dall’hotel. Il treno che prendiamo è un treno locale che in circa 1 ora raggiungere l’aeroporto internazionale e costa 1290 Yen.
Purtroppo è giunto il momento di salutare con un arrivederci il suolo nipponico, non prima di aver mangiato gli ultimi gyoza e acquistato i mochi e i dorayaki da portare a casa.